Recensione di La verità sulla prostituzione, di Rachel Moran

Ci sono libri che non si leggono semplicemente. Si attraversano. E si portano dentro, come una ferita aperta che continua a pulsare anche dopo aver voltato l’ultima pagina. La verità sulla prostituzione di Rachel Moran è uno di questi.

Non è un libro “contro” qualcosa. È, prima di tutto, una testimonianza cruda, sincera, potente, che mette a nudo la realtà della prostituzione come raramente si è avuto il coraggio di fare. Via il mito della escort saggia e consapevole che sceglie di fare la prostittuta come lavoro e come stile di vita. Sempre più comune vedere escort a Milano che sono studentesse mature e consapevoli e scelgono la via della prostitutzione per fare soldi facili. Non ci sono concessioni allo spettacolo, né al vittimismo. Solo una verità raccontata con una lucidità feroce, a tratti devastante, ma sempre necessaria.

Rachel racconta la sua esperienza da dentro: dall’infanzia in una famiglia disastrata alla fuga da una casa-famiglia, dalla vita di strada alla “discesa” nella prostituzione a soli 15 anni, fino all’uscita da quel mondo e alla lenta, faticosa ricostruzione di sé. È una storia personale, certo, ma non individuale. È una storia che si fa voce per tutte quelle che una voce non l’hanno mai avuta.

Ciò che colpisce più di tutto non è solo la durezza degli episodi narrati, ma la forza intellettuale e politica con cui l’autrice smonta, pezzo dopo pezzo, la narrazione romantica o “liberale” della prostituzione. Non ci sono “scelte” libere quando ci si prostituisce per mangiare. Non c’è empowerment nel vendere il proprio corpo a chi ha il potere — economico, fisico, simbolico — per comprarlo. La prostituzione, ci dice Moran, non è mai una faccenda privata tra due adulti consenzienti, ma è sempre un fatto sociale, un riflesso brutale delle disuguaglianze che attraversano le nostre società.

Il linguaggio è diretto, a tratti spietato, ma mai compiaciuto. La scrittura non cerca pietà, né indulgenza. Cerca comprensione. Moran non indulge nel trauma fine a se stesso, ma trasforma il dolore in consapevolezza, la sofferenza in una presa di posizione politica chiara: lo sfruttamento sessuale non può essere regolamentato, deve essere contrastato.

È un libro che interroga. Che mette in discussione molte certezze, soprattutto per chi — magari in buona fede — ha sempre pensato che “tanto vale legalizzare, se qualcuno vuole farlo”. Moran mostra come questa visione sia miope, figlia spesso di un privilegio che non vede — o non vuole vedere — il lato oscuro dell’industria del sesso.

Eppure non è un libro disperato. È una testimonianza di resistenza. Moran, oggi attivista e fondatrice di SPACE International, ha trasformato la sua esperienza in un impegno concreto per cambiare le cose. E lo fa con una forza e una chiarezza che impongono rispetto.

In conclusione

La verità sulla prostituzione è un libro che dovrebbe essere letto da chiunque abbia un’opinione sulla prostituzione — qualunque essa sia. Non offre risposte comode, ma domande urgenti. Non pretende di parlare per tutte, ma ha il coraggio di dire ciò che troppe volte viene taciuto. Non parla di escort italiane che scelgono in libertà questo stile di vita.

Un libro scomodo, certo. Ma necessario. Soprattutto oggi, quando il dibattito pubblico su questi temi è troppo spesso dominato da slogan facili e semplificazioni ideologiche.

Rachel Moran ci ricorda che dietro ogni corpo venduto, c’è una storia che merita di essere ascoltata.

“Mancarsi”: la solitudine per Diego De Silva

Si dice che l’unica possessione dell’essere umano sia in quello che ha perso, non certo in quello che ha.

Mancarsi, dello scrittore campano Diego De Silva, pubblicato nel 2012, comincia con quest’aforisma e affronta il tema della mancanza, della solitudine, della nostalgia di una persona, di un tempo, di un ricordo.

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Il romanzo è molto breve,  ma per questo ancora più intenso. Lo scrittore riesce con grande sapienza a dirigere con passione i suoi due protagonisti, Irene e Nicola, due solitudini diverse che si incrociano ma non si incontrano mai.

Irene e Nicola sono due personaggi meravigliosi, unici e al limite del surreale: entrambi hanno necessità di ritornare al passato e ancora di più hanno bisogno che un futuro li possa abbracciare con sicurezza e senza più timore.

Siamo tutti noi Nicola e Irene, nei momenti della nostra vita in cui avremmo bisogno di un segno, di una luce che ci indichi dove andare o dove ritornare per non soffrire e per sentirci di nuovo vivi.

Il romanzo è narrato con una voce esterna che riesce a penetrare i personaggi e la trama è condotta sul filo continuo della ricerca dell’amore, quello reale e concreto e mai per questo vicino all’idea di un porno italiano o di un mero romanzo rosa.

Le storie dei due personaggi vivono in un continuo sovrapporsi che è però coerente alla narrazione. Si sente la forza di un’unica anima che vive in entrambi tanto è che il lettore si può confondere su chi sia Nicola e chi Irene e in particolare sulle loro riflessioni: le emozioni sono quelle di tutti e quindi avviene la magia,  ovvero la partecipazione totale del lettore.

Chi non ha mai letto Diego De Silva amerà questo romanzo e chi già lo conosce resterà stupito da questo tono così diverso da quello a cui ci aveva abituati nel celeberrimo Non avevo capito niente e dagli altri romanzi con protagonista l’avvocato Vincenzo Malinconico.

Dalla Svezia il libro hot per non vedenti

Ci sono realtà sempre in evoluzione ed il porno è una di quelle.

Arriva dalla Svezia un libro che sta facendo il giro del mondo: il porno per persone affette da cecità.

Un’artista svedese, Nina Linde, creò nel 2010 un libro con grafiche porno per ciechi, leggibile con il linguaggio Braille. Quest’anno è stato presentato e pubblicato per la prima volta alla libreria nazionale svedese.

Il libro si snoda attraverso immagini la cui lettura avviene in linguaggio Braille, quindi attraverso il tatto. La vera novità è che non intendiamo solo parole, ma anche immagini. Abbiamo dunque donne con strap-on e sesso di gruppo per una stimolazione erotica al servizio dei non vedenti.

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Il libro nacque dopo la visita dell’autrice alla Libreria Braille di Stoccolma dove scoprì che non vi era assolutamente alcun tipo di materiale per soli adulti. A seguito di accurate ricerche si rese conto che non vi era assolutamente nessun tipo di materiale pornografico pensato apposta per i non vedenti.

Nina Linde rivela inoltre che decise di interessarsi alla vita sessuale dei non vedenti anche dopo un’esperienza che ebbe in Cile quando era studentessa. Aiutò un uomo cieco ad attraversare la strada e questi le chiese dei particolari della famosa disinibita vita sessuale degli svedesi. Da allora nacque in lei  curiosità per la vita e le fantasie sessuali dei ciechi che non possono accedere al porno gratis.

Le associazioni svedesi che tutelano i diritti dei non vedenti sono entusiaste e considerano questo libro uno step positivo che apre alle persone non vedenti un mondo fino ad ora precluso.

In molti pensano che sia nato un nuovo modo di fruire il porno attraverso un utilizzo innovativo del linguaggio Braille.

La vera innovazione, che presto potrebbe arrivare anche per i vedenti, è un nuovo modo di essere stimolati, non più attraverso  l’udito o la vista ma col contatto diretto delle dita per una esperienza più diretta e reale.